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#12: Il riflesso [1992] Confessions
N on l'avevo più vista da quando la scuola superiore era finita...era solo una quindicenne quando ci frequentavamo, se si poteva chiamare così...quando l'ho incontrata ero all'ultimo anno, siamo usciti assieme per un po' di tempo e poi ci siamo separati...non ci siamo mai nemmeno baciati, tranne che un difficoltoso bacio sulla guancia qui o là...quando la riportavo a casa dai suoi genitori, c'era sempre questo innaturale silenzio di stupore, e non riuscivo a dire se avrei dovuto fare una mossa verso di lei o semplicemente portare a casa il fatto che lei non era quella per me...era, ed è ancora, la più tranquilla delle ragazze che io abbia mai incontrato in vita mia! Non parla per niente!! Anche quando le fai una domanda diretta, lei ti guarda con quegli occhi tristi e un'espressione che non ti dice niente, e puoi aspettare quanto vuoi, ma probabilmente non otterrai quello che stai cercando...anche adesso, è ancora molto bella, una leonessa con il viso fresco di una purezza che non svanirà mai...

Mi fa salire sulla sua macchina, una macchina carina, del tipo che guidano i professionisti, per andare a mangiare un boccone...non ci siamo più visti per almeno sette anni, abbiamo perso totalmente il contatto dopo che mi sono diplomato...ho pensato a lei qualche volta, perché era questa visione intoccabile della mia giovinezza...di solito veniva a trovarmi in questa casa da storditi dove vivevo dopo essere stato cacciato fuori di casa, solo pochi mesi prima del mio diploma...amava i Duran Duran così tanto nel lontano 1985, che avrebbe pianto vere lacrime, sedendo da sola sulle sue ginocchia di fronte alla televisione quando li trasmettevano (l'unica emozione reale che io abbia mai visto scaturire da lei)...così abbiamo cercato di ricordare i bei vecchi tempi, e ho realizzato che non è veramente cambiata di una virgola...ma le cose cambiano, in qualche modo subdolo, e la conosco solo come una bambina, che non dà credito alla donna seduta di fronte a me...non è proprio invecchiata neanche di poco, e non dice ancora molto, ma quando dice qualcosa, rivela un intelletto veloce e asciutto...guardandola, se attentamente catturata, l'innocenza se ne è andata, rimpiazzata da una quieta conoscenza alla quale nessuno ha accesso...non sembra essere danneggiata, al contrario, gli eventi si susseguono semplicemente perché lei è sulla normale traiettoria che la maggior parte delle persone compie: infanzia, maturità, college, laurea, buon lavoro, stile di vita moderno, forse un marito un po' più in là...ha sempre pensato che io fossi un po' strano comunque, così vedermi qui, come sono adesso, non dissuade o infama quell'opinione che sono un ranger solitario...le chiedo della maniera nella quale era solita comportarsi con me..."Ti sono mai piaciuto tempo addietro? Non ho mai capito se dovevo baciarti"...mi confida che le piacevo di sicuro, e che le sono mancato quando ho lasciato la nostra città natale...le dico che avrebbe dovuto dirmi tutte queste cose all'epoca, ma non sembra essere importante ora che viviamo in mondi separati...mi ha trovato grazie al successo della band, facendo scivolare una nota o dicendo a qualcuno che era ad un concerto...ovviamente mi sono ricordato subito di lei, era così fissata come parte della mia innocenza, per sempre nei miei occhi come un amore non corrisposto...ed è così che ci siamo ritrovati...
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Dopo aver mangiato, abbiamo una conversazione normale su dove dovremmo andare, o su cosa dovremmo fare dopo...è passato talmente tanto da quando abbiamo parlato l'ultima volta, che nessuno di noi due vorrebbe veder finire la notte...lei vive da qualche parte molto vicino, ma siccome non conosce bene il vicinato dice che dovrei scegliere io qualcosa da fare per noi...le dico che non voglio uscire per niente, comunque non c'è nessun posto così grandioso dove andare, specialmente di sera così presto...il posto dei gruppi è proprio giù per quella strada, così sembra ovvio, e la faccio ridere quando le dico che ci sto pure vivendo lì dentro...non capisce perché dovrei voler vivere in un garage, supponendo giustamente che con il tipo di successo che ho dovrei avere un appartamento carino o qualcosa del genere...provo a spiegarle i perché e le ragioni della mia volubile, danneggiata psiche, ma in qualche modo tutto ciò finisce nella vecchia dinamica in cui io cerco di andare verso di lei, mentre lei sembra allontanarsi sempre più...

Mentre camminiamo, punto il dito verso il posto dove sono solito lavorare, e tradisco alcuni pettegolezzi del vicinato...la porto in giro e le mostro i dintorni, anche se non c'è molto da vedere ed è uno strano contrasto con il successo del quale stavo giusto parlando...non c'è nessun posto in cui sedersi a parte un divano di pelle, così tutti e due ci sediamo e parliamo della nostra vita e dei successi a venire...tutti i tipi di conversazione che puoi avere con qualcuno che ti ha conosciuto abbastanza a lungo da averti conosciuto prima che cambiassi in qualunque cosa tu sia cambiato, ed essendo capace di disegnare una linea tra i due punti, può capire se il tuo io reale è coinvolto in qualche modo...è sempre stata un po' più depressa di me, così le vibrazioni di quello spazio oscuro davvero non contrastano con le nostre personalità: lei come l'addolorata ragazza che lavora, io come l'oscuro principe nella sua ispirata prigione...in qualche modo, attraverso il tempo, lo spazio e una connessione primordiale tutto questo acquista un senso e gli anni si sciolgono via...

Finiamo gli argomenti e le cose diventano davvero tranquille, ma non voglio che lei se ne vada...non sembra essere particolarmente di fretta per andare da qualche parte, così mi prendo una possibilità e confesso quanto ero confuso da lei quando le ero vicino in gioventù...di come il suo silenzio mi rendeva insicuro perché non c'era niente di certo che potessi fare per stabilire un contatto con me, e quanto mi importava veramente di lei...le dico queste cose adesso con la confidenza che niente di quello che sto dicendo mi può ferire, e non può ferire lei perché fa tutto parte del passato...mentre parlo realizzo che c'è una parte di me che cerca ancora una soluzione, che vuole ancora dare più senso a questi sentimenti ed emozioni che non potevano essere solo una cotta adolescenziale, chissà se lei mi ha veramente sentito attraverso la sua strana nebbia...è uno di quei rari momenti nella vita in cui si può andare indietro nel passato, e alleviare quello che non è mai accaduto ma che è ancora lì che aspetta dentro di te...siamo ritornati tutti e due in quella macchina sette anni fa, sospesi in quel secondo nel quale mi domando se la devo baciare...la tiro vicino a me e cominciamo a baciarci appassionatamente...è molto strano baciare improvvisamente qualcuno che conosci da così tanto tempo, ma che non hai mai toccato, e non hai mai pensato che lo avresti fatto...la memoria sensoriale di quello che sarebbe stato se tu l'avessi mai fatto è vecchissima, nuovi dati sovrascrivono la carica adolescenziale che indugia ma viene improvvisamente distrutta ogni momento da un pensiero tutto nuovo...sto sentendo un miscuglio travolgente di accettazione vibrante della cosa e colpa 'adult style'...ci passo oltre, perché adesso la desidero, e non ci sono genitori, scuole e canzoni dei Duran Duran in mezzo alla mia strada...siamo in questo momento insieme, ma è così impassibile sessualmente come lo sarebbe se fosse alla luce del giorno...risponde più ad un volere di farmi entrare che ad un bisogno da parte sua di tirarmi dov'è lei...quel che è divertente è che c'è poco nei suoi occhi che dimostra che abbiamo cambiato marcia, o che stiamo entrando in un territorio infuocato che è proibito...la svesto, la tocco, sento il calore del suo corpo...è bello così come desideravo che lo fosse tanto tempo fa, e mi sento come se lei ricordasse distintamente chi ero, e questo è il suo modo di dirmi "tutto sta andando per il meglio"...che quindi non c'era bisogno di preoccuparsi, e non c'è bisogno di preoccuparsi ora...iniziamo a fare l'amore, il che sembra profano in questo orribile bunker...la sua pelle è di un bianco traslucido, con delle lentiggini così carine da sembrare dipinte con un pennello, bruciate dal tubo fluorescente che sta sopra...ci muoviamo cercandoci difficoltosamente, provando a trovarci l'un l'altro nel mezzo di quella che sembra una vecchia insensibile pazzia...cadiamo all'improvviso al di là della linea nello spazio in cui non ci conosciamo...all'improvviso, lei è una ragazza che quasi non conosco, e io sono uno sconosciuto...voglio amarla, sentirmi vicino a lei, ma la vulnerabilità e lo sfacciato salto al di là dello spazio e del tempo bussano a questa realtà fuori sincrono...il sentimento tra di noi si intensifica, diventando meno mistico e più brusco...finalmente, la sua maschera si rompe, piange, e la vedo rivelata prima di me, la sua carne e la sua anima nuda...realizzo che più di ogni cosa, questo è quello che ho sempre voluto da lei, vedere al di là di quella maschera...il sesso è stato solo un sistema per arrivare a quel fine, e mi sento triste per essere stato così incurante delle conseguenze di arrivare lì...senza realizzarlo prima, quello che entrambi volevamo dall'altro era essere visti, ed essere amati...mi ha fatto aspettare così tanto tempo per trovarla, e forse adesso questo è diventato solo il nostro modo di dirci ciao...o forse arrivederci...ci vediamo ancora una volta dopo quello che è successo, la stessa danza ripetuta sotto la stessa luce, e poi sparisce...non la chiamo e non mi trova, anche se sa dove sono...

   
Traduzione a cura di irs - Correzione, adattamento e revisione a cura di BillyCorgan.it.    
Confession #11 Indice
Confessions
Confession #13
   

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